chi va piano va sano e va lontano

mi sono ridotto al proverbio, per cercare tranquillità.
uscito indenne -forse- dalla tensione di un esame, altra tappa verso la metà verso cui sto correndo; o forse, invece, verso la partenza di un'altra gara, la gara per vincere la consapevolezza di quello che voglio e di quello che posso.
ma in questa corsa sto spesso uscendo di pista, si confondono i traguardi, le suole si fanno scivolose sul terreno bagnato.
voglio vincere l'oro in uno sport di cui non sono più convinto; quando comunque anche il bronzo è lodevole. corro drogato di camomilla e infuriato di fatica, tra sconfitte e successi, geloso delle une e degli altri.
milano va troppo veloce per la mia testa, e la mia testa vuole andarsene velocemente da milano.
ripenso alla spagna, al messico e, ovvio, al salento per rallentare il pensiero.
e tutto questo per dire che, se avessi una tartaruga, no, non la chiamarei daisy.
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un saluto "veloce" a fabrizio